Termovalorizzatore Santa Palomba:
il capitalismo ci soffoca!
Comunicato Pdac Roma
Nella giornata di mercoledì 7 maggio il Comune di Roma ha aggiudicato la realizzazione del termovalorizzatore di Roma ad un raggruppamento di aziende con capofila Acea. Nonostante le proteste di cittadini, associazioni, comitati di quartiere e sindacati e i rilievi tecnici che indicavano l’area di Santa Palomba come area a rischio in quanto in prossimità di altri impianti industriali nocivi, il sindaco Gualtieri procede come un carro armato verso la costruzione di questo ecomostro che brucerà 600.000 tonnellate/anno di rifiuti, pari ad un terzo di tutti i rifiuti prodotti in città.
Con questa scelta si certifica l’incapacità del Comune di Roma e di Ama di effettuare una raccolta differenziata di qualità. In questo impianto verranno bruciati rifiuti tale e quali, che produrranno sostanze nocive e inoltre le scorie che produrrà non si sa ancora dove finiranno. Della necessità di questo impianto non si vedeva traccia nei piani regionali fino al 2023 in quanto c’era già un impianto a San Vittore che da tempo brucia 380.00 tonnellate di rifiuti/anno: questo dimostra che è una scelta speculativa figlia della subalternità ai padroni della città.
Questa è l’ennesima scelta del sindaco Gualtieri che invece di rispondere agli interessi delle masse popolari risponde agli interessi dei costruttori e delle multinazionali. Il «vero» sindaco della città è Gaetano Caltagirone maggior azionista di Acea e del quotidiano il Messaggero sponsor della cementificazione della Città. Queste scelte, come tante altre, passano con il beneplacito della sinistra riformista che a parole si oppone ma poi vota in consiglio comunale a favore degli interessi padronali.
In questi tre anni, dall’inizio delle procedure per la costruzione del termovalorizzatore, forte è stata la lotta dei cittadini, ma chi era alla testa del movimento - Cgil in primis - hanno spinto la mobilitazione dentro le pastoie burocratiche con ricorsi e controricorsi che non sono serviti a nulla. Non si è indicato chiaramente chi è il nemico: la giunta comunale, il governo e il capitalismo. Il capitalismo che produce morte, sfruttamento delle risorse ambientali ed è responsabile delle morti provocate dalle produzioni nocive. Ne è un esempio quanto accaduto ad Acerra e nel napoletano con i bruciatori di rifiuti e l’interramento delle scorie: quello che è successo lì può succedere qui.
È finito il tempo delle petizioni e delle suppliche, è l’ora della mobilitazione per impedire la costruzione dell’impianto, è necessario che Cgil e sindacati base chiamino i lavoratori allo sciopero e alla mobilitazione. Il Partito di Alternativa Comunista è al fianco delle popolazioni in lotta, per sostenere la battaglia contro padroni e istituzioni, per la costruzione di una direzione rivoluzionaria, l’unica capace di indicare la strada per l’abbattimento del capitalismo.
No al termovalorizzatore!
La salute e l’ambiente sono una questione di classe!
Uniamo le lotte contro il capitalismo!