28 e 29 novembre
Dalle fabbriche alla Palestina la stessa lotta!

Nota del dipartimento sindacale del Pdac
Venerdì 28 novembre le principali organizzazioni del sindacalismo di base hanno proclamato, unitariamente, sciopero generale nazionale per tutte le categorie pubbliche e private: uno sciopero che, seppur tardivo rispetto alle storiche giornate di mobilitazione di massa che hanno animato i giorni tra settembre e ottobre, si rivela essere quanto più necessario per dare continuità alle lotte di questo autunno.
La Legge di bilancio in fase di approvazione è improntata a mantenere il declino continuo del welfare universale pubblico, costringendo milioni di lavoratori a ricorrere alla sanità privata gestita da banche e assicurazioni e ben promossa dalle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl e Uil nei luoghi di lavoro. Idem per le pensioni: nessun aumento dell’importo, mentre aumenta l’età pensionabile, inoltre si va verso lo scippo del Tfr per finanziare la previdenza complementare privata. Al contempo, nel contesto del piano di riarmo degli imperialismi europei, che chiude gli ospedali per aprire le caserme, aumentano vertiginosamente le spese militari per le guerre imperialiste (+ 10%, per la gioia di Leonardo e Fincantieri).
A nulla serviranno i rinnovi dei Ccnl gestiti dalle direzioni dei sindacati confederali per recuperare il potere d’acquisto perduto: diverse categorie stanno rinnovando il contratto con salari a meno di un terzo dell’inflazione reale (da ultimo i metalmeccanici: 205 euro lorde in 4 anni!).
Sabato 29 novembre a Milano e Roma si concentreranno due grandi manifestazioni a sostegno della Palestina: a oltre due anni dall’eroica impresa di Resistenza del 7 ottobre, che ha forzato le mura di quella prigione a cielo aperto che è Gaza sotto la criminale occupazione sionista. Il popolo palestinese resiste agli attacchi dell’entità sionista genocida che chiamano «Israele»; una Resistenza che non ha eguali nella storia, che ha inflitto gravi perdite all'Idf e non si piega davanti a uno degli eserciti più armati del mondo, sostenuto da tutti gli imperialismi: quello statunitense, quelli europei e quelli di Cina e Russia che si sono astenuti all'Onu sul piano coloniale di Trump.
Non sarà certo la diplomazia ad aiutare i palestinesi nella loro lotta: serve il sostegno internazionale dei lavoratori e dei giovani del Medio Oriente e dei Paesi imperialisti.
La lotta dei lavoratori per le loro condizioni di vita e di lavoro e il movimento palestinese sono i due elementi intrecciati di questo autunno, l’unione di questi due elementi ha portato alle mobilitazioni straordinarie del 22 settembre, del 3 ottobre e 4 ottobre, dove centinaia di migliaia di persone, al grido di “blocchiamo tutto!”, hanno paralizzato porti, stazioni e autostrade e riempito le piazze.
Dalla Palestina alle fabbriche, la stessa lotta e lo stesso nemico: il sistema capitalistico che opprime i popoli è lo stesso che sfrutta i lavoratori di tutto il mondo!
Uniamoci in un’unica guerra di classe: per un'alternativa socialista!
Mobilitazione unitaria e permanente! Costruiamo il partito rivoluzionario!
Mandiamo a casa il governo Meloni e tutti i governi borghesi!






















