Per uno sciopero unitario il 28 novembre.
Appello agli iscritti Cgil

Militanti del Partito di Alternativa Comunista iscritti alla Cgil*
Lo sciopero generale del 3 ottobre e la successiva giornata del 4 con la manifestazione nazionale a Roma a supporto della Global Sumud Flottilla e della Resistenza palestinese hanno portato in piazza una moltitudine di lavoratrici e lavoratori, studenti, immigrati. Sono state, almeno fino a oggi, il culmine di mobilitazioni iniziate settimane prima e hanno dato vita ad una delle più grandi proteste degli ultimi decenni.
Una protesta che ha trovato la sua forza principale nell’unità di classe, con la Cgil che per la prima volta nella sua storia ha aderito a uno sciopero convocato da tutte le sigle del sindacalismo di base. Non un percorso lineare: nei giorni precedenti la Cgil aveva convocato uno sciopero di 4 ore il 19 settembre quando già era in campo uno sciopero da 8 ore del sindacalismo di base per il 22 settembre. L’enorme successo dello sciopero del 22 e la spinta dal basso che veniva da lavoratrici e lavoratori, anche quelli iscritti alla Cgil, ha portato alla gigantesca mobilitazione unitaria del 3 ottobre.
Ora, la mancata continuità data a quella lotta di cui sono responsabili i dirigenti di tutti i sindacati, Cgil in testa, ha causato nuovamente la rottura del fronte sindacale. Per noi sarebbe stato fondamentale proseguire nella lotta proclamando una mobilitazione permanente con uno sciopero prolungato che avrebbe potuto seriamente far vacillare il governo Meloni.
A fronte di una finanziaria che non prevede nulla per i lavoratori e le lavoratrici, che non investe un euro nella sanità pubblica e nell’istruzione, che peggiora la riforma Fornero e svela la natura guerrafondaia di questo governo con i miliardi stanziati per l’acquisto di armi, è più che mai necessario opporsi in maniera forte e unitaria. Invece i dirigenti della Cgil hanno scelto di convocare lo sciopero generale il 12 dicembre, ignorando la data già messa in campo dal sindacalismo di base per il 28 novembre.
Se già arriva in ritardo la data del 28 per i motivi detti prima, la data del 12 rischia addirittura di arrivare a finanziaria già votata dal parlamento. Per tacere della debolezza della piattaforma presentata che non pone al centro la battaglia contro l’imperialismo incarnata dal sostegno alla Resistenza palestinese.
Lo ribadiamo: per dare forza alla lotta dobbiamo unire la classe lavoratrice e non dividerla. Quindi facciamo appello a tutte le iscritte e gli iscritti alla Cgil a scioperare anche il 28 novembre e a fare in modo che quella data rappresenti un nuovo punto di partenza della nostra lotta contro il riarmo, a sostegno della Resistenza palestinese, contro l’aumento dell’età pensionabile, per pensioni e salari dignitosi, per una sanità pubblica e gratuita per tutti, per un’istruzione di qualità. Per cacciare il governo Meloni!
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*I militanti del Pdac aderiscono all’area Le Radici del Sindacato-Opposizione in Cgil






















